Il 1800
Il piano borbonico di rinnovamento delle isole portò risultati molto positivi nel 1800. Unico neo, fu il notevole aumento dell’importanza strategica dell’isola, che condizionò anche la vita degli isolani. Infatti dai primi del 1800 la vita dell’isola fu strettamente legata alle vicende politiche del continente.
Durante l’assedio di Gaeta del 1806 da parte dei francesi, Ponza divenne un’isola ospedale con i feriti ed i malati che venivano mandati sull’isola per essere curati. Dopo la caduta di Gaeta, Ponza passò sotto il dominio francese con l’insediamento di Giuseppe Bonaparte prima e di Gioacchino Murat poi. L’isola subì soprattutto ad opera di quest’ultimo, notevoli cambiamenti sotto il profilo giuridico. Il 26 Febbraio 1810 l’isola di Ponza diventa comune ed il 10 Marzo 1810 , Murat assegno l’isola al demanio, sottraendolo al patrimonio privato dei borboni conseguentemente all’abolizione del feudalesimo.
La demanializzazione dell’isola e la sua nomina a comune, la svincolarono dal patrimonio familiare borbonico e dal patrimonio dei regnanti di Napoli, ma allo stesso tempo le fece perdere tutti quei privilegi che aveva mantenuto in 350 anni.
Ponza sempre per la sua posizione strategica subì un aggressione anche da parte degli inglesi che la vedevano come un importante punto di riferimento nel mediterraneo. Il 26 febbraio 1813 il comandante Napier con le navi “Furiosa” e “Tamigi” si presentarono nelle acque dell’isola per portare Ponza sotto il dominio inglese. I primi attacchi vennero respinti grazie alla linea difensiva che prevedeva una piccola installazzione di cannoni in località frontone nella zona attualmente detta del “Fortino”, e dai cannoni schierati sualla attuale “Torre dei borboni”. Gli inglesi allora decisero di prendere alle spalle le difese portuali sbarcando a cala d’inferno (Dove già allora vi era l’attuale passaggio), circa 300 uomini salirono dal mare per conquistare il forte di punta Papa lasciato quasi completamente indifeso. Preso il fornte di “punta Papa” tocco all’installazzione di frontone che con l’arrivo degli uomini dalle Forna carichi anche di armi e munizioni depredate nel forte di punta Papa, si trovò accerchiato e dovette dichiarare la resa. Poche ore dopo il solo fuoco di sbarramento della torre fu troppo poco per le navi inglesi, che sbarcavano altri 300 uomini a S. Maria, che una volta unitisi agli altri provenienti dalle Forna puntarono sulla “Torre dei borboni”. Il comandante Dumont vistosi accerchiato, per evitare una carneficina che avrebbe portato comunque inesorabilmente alla sconfitta francese; dopo una breve trattativa, otteneva la resa con gli onori delle armi e l’isola venne lasciata sotto la protezione degli inglesi.
Poco dopo la presa dell’isola, Lord Bentinck comandante delle forze inglesi nel mediterraneo fortificò Ponza. Oltre ad un ulteriore apporto di cannoni sul fortino di Frontone anche la torre dei Borboni e la torre della Ravia vennero sottoposte ad un massiccio armamento. Altre batterie di cannoni vennero piazzate sulla falesia del core e su forte papa . Il campo inglese che tutt’oggi da il nome alla zona fu posizionato in una delle zone più alte dell’isola e permette di avere un ottima visuale sugli approdi sia da est che da ovest, naturalmente il tutto corredato da numerosi cannoni a lungo raggio. Tutte queste fortificazioni servirono a ben poco poiché il 1815 a seguito del trattato di Vienna le isole tornarono ai borboni che però non cambiarono lo status giuridico, mantenendo le isole come comuni e rimanendole al demanio confermando così lo status delle isole a comuni.
L’isola di Ponza in questo secolo fu anche protagonista della sfortunata spedizione che il patriota Carlo Pisacane organizzo per liberare l’Italia. Il 22 Giugno 1857, Carlo Pisacane, Giovanni Nicotera, Giovanni Falcone e 25 emigranti, dopo aver dirottato su Ponza la nave “Cagliari” sulla quale viaggiavano, con un rapido intervento riuscirono a fare prigioniera la piccola guarnigione di istanza sull’isola, obbligando le autorità a liberare 323 galeotti.
L’idea del Pisacane era di guidare alla rivolta i contadini del sud, che invece impauriti per l’arrivo di briganti ed assassini, insieme alle forze militari locali, li attacarono e li sterminarono.
A seguito di questa esperienza, il governo borbonico, decise nello stesso anno della spedizione di Pisacane, di modificare il rapporto che l’isola aveva con la terra ferma. Venne attivato il collegamento telegrafico tra: Ponza, Circeo e l’isola d’Ischia, e venne attivato anche un collegamento postale con una nave chiamata la “Messaggiera” che effettuava servizio quindicinale. Il tutto per evitare che si potessero verificare ritardi nei collegamenti e nella diffusione di notizie e informazioni utili per contrastare eventuali attacchi.
Questo secolo segna anche la fine dell’epoca dei comuni e dei piccoli regni. Con la definitiva resa di Gaeta il 13 febbraio 1861 all’esercito piemontese, che stava per unificare l’Italia, Ponza diventò comune del neo REgno d’italia ed il 2 giugno 1861 si svolsero le prime elezioni unitarie.
Ultimo aggiornamento
23 Luglio 2024, 13:53